IV. La natura umana attraverso l’ottica del capitalismo

  • La prima e la seconda rivoluzione industriale hanno portato con sé una visione generale del mondo che ha dato legittimità al sistema economico di riferimento in base all’idea che, nei suoi meccanismi di funzionamento, esso riflette l’organizzazione stessa della natura ed è, perciò, ineccepibile.
Ripensare la salvezza
  • Il compianto storico Robert Hoyt, della Minnesota University, ha riassunto il rapporto speculare tra l’organizzazione della società feudale e la “Grande Catena dell’Essere” in questi termini: “la fondamentale idea che l’universo creato fosse una gerarchia, all’interno della quale ogni creatura aveva ricevuto un rango e un’opposizione ben precisi, era congeniale al concetto di status della gerarchia feudale, ogni membro della quale aveva il proprio grado, con la relativa costellazione di diritti e doveri”.
  • Alla cosmologia feudale della Chiesa il teologo protestante sostituì una visione del mondo incentrata sulla relazione personale di ogni credente con Cristo…. Ogni cristiano, Bibbia alla mano, doveva assumersi la responsabilità personale di interpretare la parola di Dio… Le tesi di Lutero innescarono la prima campagna di alfabetizzazione di massa nella storia mondiale: chi si convertiva al protestantesimo, infatti, imparava velocemente a leggere, per interpretare le parole divine della Bibbia.
  • Sostenendo che ogni individuo ha il dovere di migliorarsi nell’ambito in cui è stato chiamato, I teologi protestanti fornirono un involontario sostegno teologico allo spirito di intrapresa della nuova classe imprenditoriale… L’idea di migliorarsi nel proprio ambito vocazionale finì per non distinguersi più da quella di migliorare le proprie fortune economiche…. L’autostima cominciò a legarsi alla capacità di risultare produttivi nella nuova economia di scambio e di mercato.
La concezione illuminista della natura umana
  • A guidare l’assalto fu il grande filosofo illuminista John Locke, con un’energica difesa della proprietà privata che, secondo lui, riflette l'”intrinseca natura” dell’uomo in modo molto più fedele di quanto facessero i Commons feudali. “Poiché infatti il lavoro è proprietà indiscussa del lavoratore, nessuno se non lui stesso può avere diritto su ciò a cui si è unito il suo lavoro, almeno finché ne rimane abbastanza e di abbastanza buono per altri.”
  • Adam Smith segui le orme di Lock. “Ogni individuo si sforza continuamente di trovare l’impiego più vantaggioso possibile per qualunque capitale di cui posso disporre. In effetti, è al suo proprio vantaggio che egli mira, e non a quello della società. Ma la considerazione del suo proprio vantaggio lo porta naturalmente, o meglio necessariamente, a preferire l’impiego più vantaggioso per la società.”
  • Il critico sociale Richard Henry Tawney  osserverà che, dopo il tramonto dell’universo ispirato dal cristianesimo, ciò che rimase in campo “furono i diritti e gli interessi privati, cioè gli elementi di una società, piuttosto che la società stessa”.
  • Max Weber sarà ancora più duro, sostenendo che la sostituzione dei valori spirituali con quelli economici occorsa nel passaggio dalla concezione cristiana dell’universo a una concezione materialistica fu il  “disincantamento del mondo”.
  • Il passaggio all’economia di mercato fini per migliorare la sorte dell’individuo medio come non sarebbe stato nemmeno immaginabile per le famiglie insediate nei Commons feudali.
  • Ma il sorgere del capitalismo doveva mutare radicalmente il modello economico. Gli artigiani furono privati dai capitalisti dei loro strumenti di produzione e trasformati in liberi operai cui riconoscere, attraverso un salario, solo una parte del lavoro da essi prestato. Il resto del valore lavoro contenuto nel prodotto sarebbe stato intascato dall’azienda sotto forma di profitto. Anche la proprietà subì una trasformazione. I proprietari erano azionisti investitori il cui lavoro non entrava in alcun modo nel prodotto e che avevano poca, per non dire nessuna, voce in capitolo sulla gestione della società, ma che nonostante questo ricevevano i dividendi del profitto tratto dal plusvalore generato dal lavoro degli operai.
  • La dottrina utilitaristica fornì ai capitalisti la linfa vitale di cui avevano bisogno per giustificare il crescente ruolo di forza dominante che stavano assumendo nella nuova economia industriale.
  • Darwin osservò che la spinta a correre in soccorso di un proprio simile viene all’uomo da un impulso ben più profondo dello stimolo al piacere, e parlò al riguardo di “istinto sociale”.
  • Spencer vedeva la concorrenza tra le imprese nel mercato come una manifestazione dello sviluppo evolutivo naturale della società e riteneva che dovesse essere lasciata operare senza interferenze della mano pubblica, in modo che sono le aziende più complesse e verticalmente integrate riuscissero a sopravvivere e prosperare… Spencer e i suoi adepti commisero però l’errore di credere che la crescente complessità della società imponesse inevitabilmente la progressiva concentrazione di imprese a integrazione verticale e gestione sempre più centralizzata nelle mani di poche istituzioni e pochi individui.
  • L’Internet delle cose collegherà tutti e tutto in un nuovo paradigma economico, molto più complesso rispetto a quello della Prima e della Seconda rivoluzione industriale, ma caratterizzato da un’architettura distribuita e collaborativa, anziché centralizzata e verticistica. Inoltre, aspetto ancora più importante, la nuova economia ottimizzerà il benessere generale servendosi di reti a integrazione laterale nel Commons collaborativo, anziché di imprese a integrazione verticale nel mercato capitalistico.
  • Benché i monopoli a integrazione verticale che si sono affermati nel 20º secolo, durante la Seconda rivoluzione industriale, cerchino di reagire all’attacco, i loro sforzi si stanno rivelando vani… Con il pieno dispiegamento dell’infrastruttura di IDC possiamo aspettarci il crollo di molti colossi dell’industria, dal settore dell’energia e della generazione elettrica a quello delle comunicazioni, della produzione manifatturiera e dei servizi.
  • La nuova generazione sta tenendo a battesimo un’embrionale società a costo marginale quasi zero, propiziando un cambio d’orizzonte e arricchendo di nuovo significato il cammino del genere umano.
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