II. La recinzione delle terre pubbliche in Europa e la nascita dell’economia di mercato

I Commons feudali

  • L’agricoltura feudale era strutturata su base comunitaria. I contadini univano i propri appezzamenti in campi aperti e pascoli comuni, dove si coltivava e si allevava collettivamente. I Commons divennero così il primo, rudimentale esercizio del processo decisionale democratico in Europa. La supervisione dell’attività economica, che comprendeva la semina e la raccolta, la rotazione delle colture, l’uso delle risorse idriche e forestali il controllo del numero di capi ammessi ai pascoli comuni, era affidata a consigli contadini.
  • Lo storico Richard Schlatter spiega che “nessuno poteva dire di possedere la terra; tutti, dal re in giù, fino ai fittavoli e sotto fittavoli e ai contadini che la coltivavano, avevano un certo potere su di essa, ma nessuno poteva reclamarne l’assoluto possesso”.
  • Nel 16º secolo, però, nuove forze economiche, che a partire dall’Inghilterra dei Tudor si propagarono nel resto d’Europa, iniziarono a scardinare l’ordine feudale. Chiusa da recinzioni, la terra comune divenne proprietà privata, oggetto di scambio sul mercato.
  • Milioni di contadini furono sradicati dalle terre in cui vivevano da generazioni e costretti a offrire la propria forza lavoro come braccianti autonomi sul nascente mercato tardo medioevale.
  • Gli albori dell’industria tessile, intanto, spingevano in alto il prezzo della lana, rendendo economicamente più redditizio per i proprietari terrieri recintare le terre comuni e destinarle all’allevamento di pecore.
  • Un po’ ovunque la gente fu ridotta alla fame, mentre le pecore venivano ingrassate e tosate per procurare lana alle fabbriche tessili che stavano sorgendo in Inghilterra e nel continente.
  • Una seconda ondata di recinzioni si verificò all’incirca tra il 1760 e gli anni 40 dell’ottocento.
  • L’Europa da un’economia rurale basata sulla sussistenza a una moderna economia agricola governata dal mercato.
  • La casa ancestrale si era trasformata in una risorsa commerciale utilizzabile come fonte di capitale e di credito a fini di lucro. Analogamente, anche il lavoro divenne una forma di proprietà esclusiva da vendere e acquistare sul libero mercato in un nuovo mondo governato da rapporti contrattuali anziché da obblighi comuni e gerarchia sociale.
  • L’importanza che l’espansione del mercato laniero e lo sviluppo di un regime di proprietà privata giuridicamente vincolante hanno avuto nella transizione dalla vita feudale all’economia moderna è riconosciuta dalla maggior parte degli storici. Un ruolo attivo fu però giocato anche da altre forze economiche. Gli antropologi chiamano in causa un nutrito elenco di nuove tecniche agrarie, come l’introduzione dell’aratro a ruote pesanti nel nord Europa, la sostituzione dei buoi con i cavalli o il passaggio dalla rotazione biennale alla rotazione triennale, che tra il 13º e il 14º secolo portarono un considerevole aumento della produttività agricola.

L’ascesa dell’economia di mercato

  • La sinergia verificatasi nel tardo medioevo tra la rivoluzione della stampa e lo sfruttamento della forza motrice della vento stimolò la transizione dall’economia feudale all’economia di mercato modificando il paradigma economico e la struttura sociale dell’Europa.
  • L’energia eolica contribuì a modificare i rapporti di forza a sfavore del feudatario, per favorire invece gli abitanti dei centri urbani e la nascente classe borghese dell’epoca medievale.
  • La polvere da sparo distrusse rapidamente la classe dei cavalieri, la bussola fece scoprire il mercato mondiale e fondò le colonie e la Stampa fu lo strumento del protestantesimo e della rigenerazione della scienza in generale.
  • Né Smith né Marx, però, sembrano aver capito che la rivoluzione della stampa e l’energia idraulica ed eolica erano reciprocamente indispensabili e che la loro combinazione generò una piattaforma tecnologica ad ampio spettro, destinata a innescare un cambiamento di paradigma economico che avrebbe trasformato il panorama sociale e politico europeo.
  • Il mulino ad acqua era in grado di sostituire il lavoro di 10 o anche 20 persone… Il primo mulino a vento d’Europa fu costruito nello Yorkshire, in Inghilterra, nel 1185. Ben presto i mulini a vento si diffusero in tutte le pianure del nord Europa.
  • Se sia il mulini ad acqua sia quelli a vento venivano usati per macinare granaglie, conciare, lavare, alimentare mantici per altiforni, fabbricare pigmenti, frangere olive e molte altre attività economiche, l’applicazione più importante del mulino ad acqua si ebbe però nel settore della follatura, che è il primo passo nella trasformazione della lana in tessuto.
  • Gli impressionanti guadagni di produttività ottenuti con la follatura meccanica resero economico e alquanto redditizio cambiare la destinazione del suolo, passando dall’agricoltura di sussistenza all’allevamento di pecore da esportare e scambiare nei mercati.
  • Nell’ultimo decennio del settecento, alla comparsa della macchina a vapore e all’avvento della Prima rivoluzione industriale, in Europa erano attivi oltre 500.000 mulini ad acqua, l’equivalente di 2.250.000 cavalli.
  • Per la prima volta il potere degli artigiani e dei mercanti urbani arrivò a eguagliare e  addirittura a superare quello dei feudatari, offrendo alla borghesia il margine di vantaggio di cui aveva bisogno per spostare il paradigma economico dall’economia feudale, basata su obblighi peculiari, all’economia di mercato, costruita attorno ai diritti di proprietà.
  • L’impatto della stampa sulla vita quotidiana fu immediato, con conseguenze in tutto e per tutto non meno rilevanti dell’odierno avvento di Internet.
  • La stampa permise di archiviare la memoria è di rendere sistematica la ricerca di informazioni… Non solo standardizzò le carte geografiche ma le rese economiche e riproducibili in gran numero: viaggiare via terra e via mare per effettuare scambi commerciali divenne un’attività più programmabile e accessibile. La stampa rese inoltre possibili i contratti commerciali… Aprì la strada alla contabilità moderna.
  • La convergenza di stampa ed energie rinnovabili ebbe l’effetto di democratizzare sia la cultura sia l’energia, lanciando una sfida formidabile all’organizzazione gerarchica della vita feudale.
  • La dissoluzione dei Commons feudali e l’improvvisa disponibilità di lavoro salariato a basso costo, combinate con il nuovo potenziale di produttività schiuso dalla sinergia di stampa e forza motrice idraulica ed eolica, furono sufficienti ad accantonare, nel 18º secolo, il sistema corporativo. I mercanti cominciarono a scavalcare le gilde, distribuendo lavoro alla più economica manodopera delle zone rurali- un fenomeno chiamato “sistema di lavoro a domicilio”.
  • Limitare il volume della produzione per il mercato interno al fine di mantenere artificiosamente elevati i prezzi d’esportazione penalizzava non solo i produttori nazionali, ma anche l’emergente classe media e gli operai urbani poveri, costretti a subire, per i prodotti nazionali, prezzi più alti.
  • Nel 18º e nel diciannovesimo secolo gli Stati Uniti, la Gran Bretagna, la Francia e la maggior parte degli altri Stati-nazione abbracciarono l’idea che la missione fondamentale di un governo fosse quella di tutelare la proprietà privata e l’economia di mercato. Sulla scorta di questa concezione il diritto di voto fu riconosciuto solo ai possidenti di sesso maschile, allineando il nuovo Stato-nazione con un’economia di mercato basata sul libero scambio di proprietà private.
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