E ora, Presidenti?

Roma, 25 gennaio 2021 – Purtroppo Conte non c’è riuscito. Sapremo domani, dal colloquio che avrà al Quirinale, fino a che punto la pressione esercitata da chi è da tempo al lavoro perché non resti nelle mani del suo governo la gestione dei fondi europei, avrà avuto successo. Non mi riferisco tanto a Renzi che non ne avrebbe la forza, quanto ai poteri economici che continuano ad essere da anni dietro a lui e al suo patto con Berlusconi.

Per ora quella pressione è riuscita a vanificare la ricerca dei cosiddetti responsabili-costruttori e diciamolo, non era poi così difficile se si trattava di trasformisti. Vedremo presto se riuscirà anche a fare in modo che non venga modificato il modello di sviluppo economico che ha prodotto prima alla precarietà del lavoro e alla crescita delle disuguaglianze e poi alla crisi sanitaria rivelata con la pandemia. Comunque sia, penso che Conte è la sua ex maggioranza farebbero bene a resistere.

Non c’è soltanto la complessità della lotta alla pandemia a sconsigliare sia un rischioso ricorso ad elezioni anticipate sia un (impossibile) ritorno alla vecchia “normalità’”. Per la sinistra o quel poco che ne resterebbe sarebbe un disastro e dovremmo accontentarci di Report, sempre che questa bella trasmissione riesca a sopravvivere.

La sola strada ragionevole è quella di avviare le riforme necessarie ad un programma “next generation” che restituisca al bene comune una preminenza sugli interessi privati, dal centrodestra pur sempre rappresentati e difesi. Quel programma che il PD di Zingaretti e Leu facevano bene a pretendere ma da soli non hanno la forza di promuovere, anche perché i renziani non stanno solo in Italia viva.

Mentre sarebbe utile che le organizzazioni dei lavoratori, pur difendendo la loro autonomia, manifestassero maggiore consapevolezza del bivio a cui si trova di fronte la politica italiana, non sorprende che a gufare sulle sorti di questa “strana” maggioranza siano i grandi media più o meno vicini alla Confindustria e agli altri santi protettori del privilegio, della rendita e dell’evasione fiscale.

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