Nell’Agenda del Professore non vengono neanche nominati. Ne approfitta il Pdl per lanciare un monito alla Chiesa e la democratica Concia per rimarcarne l’importanza*.
La campagna elettorale avanza senza risparmiare colpi e la nascita di un “polo Monti” crea palesi difficoltà sia al centrodestra sia al centrosinistra, almeno a quella parte che non ha abbandonato il proprio schieramento per seguire il Professore. In particolare sui diritti civili, nei fatti esclusi dall’Agenda Monti, tuona il Pdl per bocca del segretario Angelino Alfano e, per opposti motivi, la deputata del Pd Anna Paola Concia. Vediamo.
Angelino Alfano: «Se dovesse vincere la sinistra, inevitabilmente l’accordo Bersani-Vendola sotto il profilo dei cosiddetti diritti civili, come li chiamano loro, andrebbe in una direzione che a nostro avviso non sarebbe quella auspicata dalla Chiesa. Andrebbe verso uno zapaterismo assolutamente chiaro e già vi sono tutti i segnali in questo senso e quindi la separazione dell’area alternativa alla sinistra prodotta da Monti come risultato oggettivo produrrà, sul piano di alcuni ambiti programmatici, esattamente il risultato che la Chiesa vorrebbe scongiurare […] Quindi Monti ha poco da sdegnarsi o da detestare, il dato concreto è che se vince la sinistra porterà avanti delle cose che vanno in direzione opposta rispetto a quelle che ha voluto il Popolo della Libertà sotto il profilo dei diritti e dell’agenda bioetica». Il massaggio è evidentemente più rivolto alle gerarchie ecclesiastiche che a Mario Monti, a pochi giorni di distanza dell’ufficiale schieramento della Chiesa a favore del premier dimissionario.
Anna Paola Concia: «Voglio dire a Mario Monti che, non essendo per sua stessa ammissione esperto della materia o forse avendo cattivi consiglieri, fa molta confusione: i diritti civili non fanno parte dei cosiddetti ‘temi etici’, sono due cose ben distinte. Mi chiedo come mai un uomo che ha trascorso così tanto tempo in Europa e che si dichiara europeista, su queste questioni abbia delle posizioni lontanissime dagli altri leader europei, siano essi conservatori o progressisti. Possibile che in tutti questi anni trascorsi a Bruxelles il vento europeo di una società più giusta non abbia minimamente sfiorato il Professore? Il nostro premier si vanta del fatto che i temi di civiltà non fanno parte della sua Agenda, rivelando di avere un’idea della società prettamente economicistica, limitante per un leader politico che si candida a governare il paese. I diritti civili hanno infatti a che fare con la vita quotidiana e materiale delle persone; e hanno anche uno stretto legame con la vita economica dei cittadini e con la crescita dell’intero paese. Caro professore, se lo faccia spiegare dai suoi colleghi europei; è rimasto l’unico fra i leader in Europa ad avere queste posizioni».
*da Cronache laiche